L’intenzione è di partire all’alba, ma mi rendo conto che né Celestino né Valentino hanno dato un orario alla scorta. Mentre siamo fermi alle moto, in attesa dei colleghi, arriva il vice comandante della scuola che ci chiede la cortesia di poter presenziare alla cerimonia dell’inizio dei lavori settimanali. Non possiamo certamente rifiutare, nonostante abbiamo una tappa lunga e l’urgenza di arrivare presto a Monterrey per far controllare la moto di Norbert.
Nella piazza d’armi sono schierati tutti i cadetti, il personale di servizio e dell’amministrazione. Tutti divisi in plotone a ferro di cavallo intorno al sacrario della scuola. Ogni capo plotone presenta la forza al comandante della scuola, una bella signora che indossa un’uniforme impeccabile.
Lo speaker presenta Motoforpeace alla forza e subito dopo entrano nella piazza otto cadetti che stringono tra le mani la bandiera messicana. Fanno il giro completo del piazzale prima di issarla sul pennone. Ora si canta tutti insieme l’inno nazionale e subito dopo l’inno della polizia federale.
Salutiamo la direttrice della scuola e partiamo per l’ultima tappa messicana… chissà come andrà oggi. Ci mettiamo un bel po’ prima di salire in autostrada e dopo il rifornimento ci lanciamo sempre ai 110. La strada è completamente libera e percorriamo dei rettilinei che ad occhio e croce saranno di almeno 20 km ognuno. La K di Marco sembra che vada, ma siamo solo all’inizio. Anche oggi la giornata è gradevole, temperatura ottima ed un cielo velato, quel tanto da proteggere dai raggi diretti del sole.
Il paesaggio oggi è quello dei film western, montagne aride, cactus e palme e così sarà fino all’arrivo.
Percorriamo molti km a tappa, andiamo così spediti che possiamo permetterci anche una sosta caffè in più. La K risponde bene, il corteo fila spedito e riusciamo a realizzare ottime immagini e riprese.
La Cuota attraversa un altipiano immenso, siamo a circa 2000 metri di altezza, con una fila continua di montagne altissime sia a desta che a sinistra.
Facciamo un’altra sosta lunga ad 80 km da Monterrey; va tutto ok tranne problemi con la carta di credito con cui facciamo benzina, molti non la accettano e per pagare in dollari siamo costretti a subire dei cambi da “vera rapina”. In questa zona del Messico, diciamo centro nord, vengono accettate solo carte di credito messicane, no europee, no americane.
Ultimo casello autostradale ed ecco la città: è molto grande, circa un milione di abitanti; si estende in una grande pianura ai piedi di alcuni picchi altissimi e fa un caldo atroce, più di 38°.
La polizia ci scorta direttamente da un meccanico moto dove lasciamo la Honda di Norbert, ma abbiamo tutti l’impressione che questo intervento non sarà risolutivo, ma allo stesso tempo sappiamo anche che non ci sono altre possibilità.
Per raggiungere l’hotel percorriamo una via del centro affollatissima e procediamo a passo d’uomo, tanto che tutte le moto raggiungono la temperatura massima del motore. Quando stiamo decidendo di fermarci un attimo proprio per l’eccessiva condizione termica voltiamo su una strada secondaria e ci fermiamo davanti al nostro hotel, il Madero. Costa un poco più degli altri, 17 $ a testa, ma ha il parcheggio e la colazione inclusa.
Facciamo un breve briefing nella hall prima di cena: dobbiamo pianificare la partenza di domani in funzione della riparazione della Transalp, e che il Signore ci aiuti. Domani la tappa sarà complessa e un tantino pericolosa, attraversare il confine con gli Usa in prossimità di Laredo non è proprio cosa semplice e senza rischi, tutt’altro: quel tratto di strada viene definita la “via della droga” ed è inoltre invasa da numerose anime che cercano di varcare la frontiera clandestinamente.