Mi rendo conto di essere arrivato a Kathmandu sono questa mattina aprendo gli occhi. Il frastuono assordante del traffico che impazza sulla tangenziale di fronte l’albergo è inimmaginabile!!!
Facciamo colazione al 4° piano dove c’è un grande salone. Sul alto destro ci sono i pellegrini in visita al Tempio che hanno uno spazio a disposizione dove cucinare, mangiare e dormire, noi dall’altro lato nel piccolo ristorante. Dal grande balcone possiamo godere di una visuale ampia, la città, l’aeroporto e l’Annapurna. Lo stato delle cose tutt’intorno non è bello a vedersi, c’è degrado ovunque e famiglie intere di scimmie bivaccano tra i rifiuti o sui tetti delle abitazioni.
Trascorriamo parte della mattina a ridere e scherzare sulla giornata di ieri, ora lo possiamo fare, e celebriamo lo scampato pericolo.
Alle 10.00 circa mi viene a prendere Santina che è in città da due giorni ed insieme andiamo ad incontrare lo spedizioniere che avrà il compito di far rientrare in patria i nostri mezzi.
Si trova a pochi kilometri dal Palagya hotel: ci accoglie la proprietaria con un grande sorriso e subito iniziamo a valutare la procedura da adottare per la spedizione. Appare subito un problema e cioè che siamo entrati senza il carnet de passage, ma come ci hanno fatto entrare immagino che la dogana ci farà anche uscire.
Facciamo un sopralluogo dove verrà caricato il container e sorge il secondo problema, occorrerà una gru per sollevare più volte il container visto che la ribalta che loro hanno a disposizione non è idonea ad introdurre il Daily nel contenitore.
Torniamo un attimo preoccupati, serve una lettera Interpol che dichiari come siamo entrati nel paese e poi c’è la spesa aggiuntiva della gru non prevista.
Pranziamo sempre al 4° piano ma i cuochi sono Andrea e Francesco, la direzione ci autorizza ad adoperare la loro cucina.
Il tardo pomeriggio abbiamo il secondo importante incontro con la delegata ASIA a Kathmandu, Isabella: la incontriamo nella sua abitazione e parcheggiate nel cortile ci sono le 10 moto che doneremo a tre uffici sanitari di altrettanti dipartimenti. È buio, non possiamo vederle bene, ma è ugualmente un momento di particolare felicità. Toccare con mano quello per cui si è lavorato tanto è un piacere immenso. Definiamo con Isabella i dettagli della cerimonia e torniamo al Palagya con 2 taxi.