Missione
Il mio primo viaggio: Roma – CapoNord, in moto per circa 10.000 km passando per Austria, Germania, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Svezia, Repubblica Ceca. Ventiquattro giorni tra diverse realtà sociali ed emozionanti paesaggi naturali; mai avrei creduto di vedere tanto Mondo!
A circa un mese dalla partenza conobbi un Moto Club di Roma che non solo stava pianificando un tour identico al mio, ma alcuni di loro, come me, appartenevano alla Polizia di Stato.
Decisi di prendere contatti per illustrare il mio progetto e per esaminare con loro la possibilità di viaggiare insieme.
L’intesa si realizzò e il tour fu sponsorizzato da autorevoli aziende motociclistiche che dimostrarono la condivisione dei nostri obiettivi sociali: agevolare la conoscenza tra culture diverse fin dall’infanzia, maturare la consapevolezza che l’organizzazione di un territorio si realizza anche attraverso l’attività delle forze dell’ordine.
L’altro fine della spedizione prevedeva la raccolta di fondi da devolvere alla ricerca per la cura della sindrome atassica.
Il viaggio fu da subito emozionante.
Alla partenza da Ladispoli erano presenti almeno duemila persone.
Dopo alcune ore di viaggio, forse per la natura prepotente e selvaggia, forse per la particolare missione, la sensazione unanime fu quella di sentirci fuori dalla dimensione ordinaria.
Consegnammo delle letterine scritte da bambini di una scuola elementare di Ladispoli (Roma) a bambini di scuole delle diverse capitali europee da noi visitate.
Il resto del viaggio fu un susseguirsi di cerimonie presso tutte le ambasciate italiane e incontri con i rappresentanti delle istituzioni locali.
Fummo accolti ovunque con entusiasmo e ammirazione, gratificati per gli obiettivi raggiunti.
Questa fu la mia prima missione, non sarebbe stata l’ultima!
Obiettivi
Il viaggio nasce dalla passione per la motocicletta e dal desiderio di raggiungere quei luoghi che costituiscono un Must per tutti i motociclisti. Andare in moto “in capo al Mondo”, è stato il sogno di Dino per diversi anni, forse da più di dieci, cioè da quando va in moto. Per svariati motivi ha rimandato più volte la realizzazione di questo sogno, ma il 2000 sembra proprio l’anno giusto: pochi mesi di preparazione e l’itinerario è pronto. Una nuova moto lo accompagnerà per circa 10000 km attraverso Austria, Germania. Danimarca, Norvegia, Finlandia, Svezia, Rep. Ceca; 24 giorni di pura avventura vivendo finalmente i sogni in quei paesaggi meravigliosamente incantati. Ma a circa un mese dalla partenza, il destino fa incontrare il sogno di Dino con la realtà di un moto club di Roma che ha organizzato un tour identico, proprio nello stesso periodo. Peraltro, alcuni dei partecipanti appartengono alla Polizia di Stato, quindi Dino decide di contattarli per esaminare la possibilità di viaggiare insieme a loro. L’organizzazione è buona: il tour è sponsorizzato dalla Moto-Guzzi e da altre aziende importanti, ed il fine della spedizione appare subito nobile: recapitare delle letterine di bambini di una scuola di Ladispoli (Rm) presso le scuole di tutte le capitali che verranno attraversate, in modo da agevolare la veicolazione di culture diverse e rendersi garanti dei presupposti per uno scambio di contatti tra giovani di diverse nazionalità fin dall’infanzia.
L’obiettivo della spedizione prevede anche una raccolta di fondi da devolvere alla ricerca per la cura di “sindromi atassiche”.
Il viaggio è da subito emozionante: alla partenza da Ladispoli partecipano almeno 2000 persone, ed il resto del viaggio è un susseguirsi di cerimonie presso tutte le ambasciate italiane, con incontri dei rappresentanti delle istituzioni locali. Il gruppo è accolto ovunque con entusiasmo ed ammirazione, soprattutto per gli scopi della missione, che nel frattempo Dino sente anche sua. E laddove non sono previsti incontri istituzionali, l’abbraccio di una natura prepotente e selvaggia conduce i ragazzi fuori dalla loro dimensione ordinaria. Il sole di mezzanotte è arduo da descrivere, difficile da raccontare, scatena sensazioni inesprimibili, perché lassù, ai confini del mondo, è come se tutto non contasse più nulla. Ci si sente parte di un universo sereno, nonostante la temperatura a dir poco glaciale.
La convinzione unanime dei compagni di viaggio è che è stato faticoso, ma ne valeva davvero la pena!