La promessa colazione alle 6 del mattino non c’è, alla reception si sono dimenticati e così partiamo con due biscotti ed un caffè.
La polizia ci meraviglia: ci vengono a prendere, per scortarci fuori città, 3 motociclisti con tanto di enorme bandiera del Kazakhstan più macchina staffetta ed altre due vetture piene di giornalisti e video operatori. Il traffico di Astana, anche al mattino, non fa paura ed in pochi minuti siamo sulla via per il grande lago di Balkash. Il problema benzina e gasolio è qui un problema molto serio: a gasolio non va nessuno perché d’inverno gela e quindi si preferisce la benzina. La benzina però ha ottani diversi, 98, 95, 92 ed 80 e trovare le due cose insieme è praticamente impossibile: o hai il diesel e la benzina a 80 ottani oppure trovi la 98 e non hai il diesel e così via. Non ci formalizziamo e dentro i serbatoi delle moto mettiamo di tutto. Taniche piene e via senza timori. I primi 200 km filano via velocissimi, a parte 10 km di fuoristrada per lavori in corso. Non superiamo mai i cento, cerchiamo così di contenere i consumi. Il paesaggio cambia ancora, ora sembra il set di un film western con steppa all’infinito e rilievi montuosi all’orizzonte. Un paesaggio affascinante anche se arido e ripetitivo. Siamo in quota però, tocchiamo gli 800 e non scendiamo mai sotto i 400. La temperatura sale fino a 20°. I rettilinei su questo altipiano sono di decine e decine di km, non arrivi mai alla fine, poi si scollina e di nuovo giù nella valle per risalire ancora una volta. E così per tutto il giorno.
Nuovo rifornimento e nuova discussione al distributore: non vogliono darci la benzina sufficiente, non vogliono darci più di un tot di diesel. Cerco di mediare facendomi capire a gesti, qui l’inglese non lo parla quasi nessuno. Alla fine commuovo la cassiera dagli occhi a mandorla e riesco a strappare un pieno completo per tutti i mezzi. Riesco anche a strapparle un sorriso quando torno per donarle un piccolo gadget: qui le ragazze sono molto carine e forse perché mescolano il fascino europeo a quello asiatico, un mix di interessante sensualità.
Approfittiamo per pranzare, sono le 15.00 e mancano solo 150 km per Balkash. Intorno a noi sempre le fastidiosissime zanzare, che più che insetti sembrano dei Mig. Ti attaccano a tutte le ore, non hanno paura di nulla, non temono il freddo e ti pungono anche attraverso gli indumenti.
L’ultimo pieno lo facciamo appena fuori città, è stata una galoppata eccezionale ed una giornata eccezionale. Andiamo dritti in albergo dove abbiamo un’altra sorpresa: da 8 euro a persona che doveva costare ne paghiamo 21. C’è un po’ di malumore in giro, troppi malintesi sul prezzo delle camere e questa volta la prenotazione era a cura di Mehmet.