Terzo giorno consecutivo al Rancho. Irene ci porta a fare un lungo giro nel centro, spiegandoci in dettaglio quelle che sono le attività dei bambini.
Prima cosa hanno dormitori separati, maschi dalle femmine, e provvedono da loro stessi alla pulizia delle camere e dei loro indumenti. Gli ambienti sono dignitosi, tutto è ordinato. Le attività iniziano alle 4 del mattino e terminano alle ore 20, cena e letto. Gli insegnanti sono molto rigidi, è molto importante il rispetto delle regole. Gli ospiti del centro al mattino devono per prima cosa pulire le loro stanze, poi far colazione e andare subito a scuola. Il pomeriggio è dedicato all’apprendimento di alcuni lavori come cucire vestiti, realizzare calzature, imparare l’arte della meccanica ed altre cose interessanti. Ricordo che la maggior parte dei bambini sono abbandonati e alcuni di loro sono stati sfruttati ed abusati. Bambine di 10/12 anni hanno sguardi che ti fanno capire che hanno vissuto molto di più, ma il loro sorriso è sincero e tutte sono felici di essere qui ora. Ci fermano lungo i viali, ci chiedono il nome e da dove veniamo e Celestino con la figlia Irene fanno da interprete.
Da questo centro molti ragazzi escono con un titolo di studio ed una nuova vita, ed un esempio per tutti è il medico della sala operatoria che è stato formato proprio in questo centro e qui è tornato a prestare la propria opera. NPH nasce circa 60 anni fa da una visione di padre Wasson. In quegli anni era in un piccolo villaggio del Messico, quando venne derubato da un bambino. La polizia arrestò il piccolo ladro ma padre Wasson ne chiese la custodia perché sapeva bene che il bimbo aveva rubato per fame. Dopo circa un mese la polizia tornò da Wasson e gli affidò altri 10 bambini: così nasce NPH che ora conta decine di centri in tutto il mondo. Una storia fantastica.
Giriamo ancora ed ancora tra decine di bambini che giocano, cantano (è la settimana santa e la programmazione scolastica è sospesa) mentre altri lavorano alla pulizia dei viali, tagliano la legna, accudiscono gli animali, e tutto si svolge con serenità ed allegria. Gli operatori del centro si salutano e si abbracciano con chiunque incontrano, questi ragazzi hanno un bisogno di affetto e amore spaventoso.
Torniamo alla nostro dormitorio e diamo una nuova controllata ai mezzi, i Daily necessitano della sostituzione del filtro del gasolio ed io devo ancora applicare gli adesivi sulle moto. Il sole picchia e me ne accorgo troppo tardi, ho un abbronzatura “da canottiera” da fare invidia al più incallito dei muratori.
Tutto fila liscio quando Marco viene da me con un “mi sa che ho combinato un guaio”….. non si sa come si è rotto il beccuccio del contenitore del filtro nafta, un grande guaio direi!!! Si lascia da parte tutto il resto e ci si dedica esclusivamente alla riparazione del pezzo rotto, ma con una serie di insuccessi. La Iveco qui non esiste e l’unica soluzione sarebbe farselo spedire dall’Italia, ma quando se siamo a Pasqua???? E la nostra tabella di marcia?
Tentiamo e ritentiamo ma abbiamo anche una altro impegno importante e cioè quello di portare i bambini del centro a fare un giro in moto, appuntamento che non possiamo rimandare. Tranne Marco, che rimane al furgone nel vano tentativo di rimediare, noi ci portiamo presso la sala medica del centro dove ci attende Suor Ester con più di cento bambini urlanti a braccia alzate, ed ora???? Ci armiamo di pazienza ed uno ad uno, maschietti e femminucce, più grandi e più piccolini, li portiamo tutti a fare un piccolo giro intorno alla struttura. Urlano di gioia, sono felicissimi, non sono mai saliti su una moto, direi che forse non ne hanno mai viste. Qualcuno dei più piccoli ha paura e rinuncia, ma gli altri ti si appiccicano alla maglietta e non mollano anche quando Suora Ester cerca di farli scendere. Loro sono felici, io trattengo le lacrime a fatica. È una emozione fortissima dare gioia a felicità a queste creature, anche se per un attimo solo. Mi sento un privilegiato. Un giro dopo l’altro la fila dei bimbi urlanti termina e torniamo al nostro parcheggio. Non penso che potrò dimenticare quei sorrisi, quei strilli nelle orecchie e quelle manine strette ai miei fianchi, impossibile.
Marco non riesce a riparare il guasto, siamo in piena crisi. Dobbiamo arrivare almeno a Playa del Carmen, li saremo raggiunti da Veronica che potrebbe portare il ricambio che a noi occorre, ma come?? Tento con “la telefonata da casa” ed all’una di notte sveglio il mio amico Enzo, abile meccanico che unisce la sua esperienza alla fantasia: già sono felice che non mi manda a quel paese e poi mi da subito la dritta vincente”escludere il filtro gasolio con un attacco diretto ed un filtro carburante qualunque da inserire tra “andata e ritorno” provvisoriamente. Proviamo ed in pochi minuti il Daily parte senza problemi. Si, la spia EDC è accesa, ma faremo attenzione a fare rifornimento adoperando una calza tecnica che ha a seguito Marco 2. Il giro di prova è positivo, vedremo domani su strada come si comporterà il Daily, altre alternative non ne abbiamo.
Mi sento un attimo più sollevato. Mangiamo una cosa veloce intorno alle 19, questa sera c’è la messa di Pasqua a cui molti di noi non vogliono rinunciare. Io rimango nel dormitorio alle prese con il PC cercando il ricambio che Veronica ci dovrà portare, nella speranza che tutto vada ok.