La colazione ha un orario libero, siamo tutti impegnati ancora ad asciugare il nostro abbigliamento, tecnico e non. Non abbiamo indossato per tempo la cerata ed ora il risultato è appeso su cento stampelle con i phon accesi a scaldare gli ambienti.
All’esterno ci sono poco più di 10°, tempo balordo ma almeno non piove. Abbiamo un incontro presso la nostra ambasciata alle 15,30 e questo ci lascia relativamente liberi. Con la polizia locale invece nulla, ma ciò non ci lascia stupiti in quanto ricalca la loro condotta degli anni passati.
Mettiamo così a posto il nostro equipaggiamento e diamo uno sguardo attento alle moto. Sembra tutto ok, compresa la moto di Marco che ci aveva tenuto col fiato sospeso un giorno intero.
Organizziamo la prima pasta “on the road”, nel parcheggio dell’hotel e Vittorio con l’aiuto di nessuno fa un vero capolavoro!!!
20 euro a notte, in un albergo del tipo “Formula 1 “ e direi niente male. La benzina la paghiamo invece circa 1,35 euro/litro, e non mi spiego come tanta differenza con l’Italia.
Prendiamo le moto e ci dirigiamo in centro con l’ausilio del GPS (e mi chiedo come facevamo a viaggiare fino a ieri senza questo preziosissimo aggeggio). Siamo a soli 5 km dal centro città, dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Vienna, nota anche come la città dei sogni o dei musicisti, è situata nel nord est dell’Austria a pochi km dal confine con la Slovacchia. La periferia cittadina è pianeggiante e l’anello che circonda il centro storico è oggigiorno una strada di raccordo che ricalca le scomparse antiche mura della città. La città è attraversata nella sua parte orientale dal Danubio, mentre un piccolo canale artificiale (il Donaukanal) lambisce il centro storico a est. Fu fondata dai romani intorno al 100 d.C.: nasceva come un campo militare che venne chiamato Vindobona. L’odierna Vienna presenta al suo centro stradine che rispecchiano all’incirca l’antica struttura. Dopo numerose conquiste e distruzioni Vienna rifiorì in tutto il suo splendore dopo la definitiva sconfitta dei turchi nel 1683 che erano giunti alle porte della capitale imperiale minacciando l’intero mondo cristiano. Negli ultimi anni del Settecento e nel primo decennio dell’Ottocento Vienna e l’Austria dovettero subire gli effetti devastanti delle guerre napoleoniche e proprio a Vienna sotto la regia di Metternich si tenne il Congresso che sancì la nuova divisione dell’Europa post-napoleonica.
Vienna appare subito come una città moderna e funzionale, lontana dall’idea caotica delle città italiane. Parcheggiamo nel cortile della nostra ambasciata e dopo le consuete foto di rito il nostro ambasciatore fa gli onori di casa. Palazzo Metternich, che ospita la nostra rappresentanza diplomatica, è semplicemente favoloso. Dipinti, stucchi e arredi da togliere il fiato. Illustrare la nostra missione è d’obbligo, come il caffè italiano, in questo nessuno ci batte.
Andiamo in centro città a fare una passeggiata, ma la temperatura è salita e vestiti da “moto” soffriamo molto, ma ne vale la pena. La passeggiata per arrivare al Duomo è meravigliosa, è tutto talmente ordinato e pulito che sembra quasi “non abitato”… non so se rendo l’idea.
Torniamo in Ambasciata con il tram e poi in albergo. Due o tre birre nella hall dell’hotel servono a riscaldare gli animi ed ad unire il gruppo, un bel gruppo.