Il festeggiamento di Andrea è andato alla grande, nonostante i mezzi a disposizione erano praticamente inesistenti!! Però un ottimo riso ed un buon bicchiere di vino di Vittorio hanno comunque scaldato la serata. In più alcuni adolescenti del luogo si sono uniti alla nostra tavola ed Andrea ha ricevuto i “tanti auguri a te” anche in cinese. Ed il regalo??? Una macchinina con tanto di paletta e rastrello, hai voglia qui a giocare con la sabbia.
Altra alba, la 35esima da quando siamo partiti. Per uscire dalla città dobbiamo fare più giri, la polizia blocca le strade principali, anche qui i controlli sono stretti e pressanti.
Lungo la strada vediamo molti contadini che si dedicano alla raccolta del cotone, sono giorni che vediamo infatti grandi gabbie trainate da trattori contenenti i candidi fiocchi, deve essere sicuramente una delle maggiori risorse di questa grande area.
Abbiamo già il pieno e con il deserto a farci compagnia facciamo i primi 150 km in una sola tirata. A disturbare la nostra passeggiata alcuni cantieri stradali che ci dirottano su alcuni sterrati sabbiosi che superiamo senza troppe difficoltà tranne Andrea, che per colpa di un camion affonda tutte e due le ruote nella sabbia. Dai mille metri cominciamo però a salire ed il deserto cambia scena con mille montagne brune, gole e canaloni fino ai 3000 metri. Decidiamo di fare un stop caffè, piazzola di sosta lungo un rettilineo tra due picchi giganteschi.
Mando avanti l’Iveco bianco con a bordo Daniele e Martina, potranno così riprendere degli scorci fantastici, si ha solo l’imbarazzo della scelta.
Ma andiamo sempre più su fino al passo che misura 3600! Sosta obbligata per gli scatti di rito e per l’occasione tiriamo fuori lo striscione MotoForPeace, ottima occasione per inaugurarlo.
Rimaniamo sempre sui 3000/3200, una pianura sconfinata è davanti ai nostri occhi per kilometri e kilometri. Alla nostra destra notiamo un cantiere di proporzioni enormi dove centinaia di macchine da lavoro, ruspe, trattori e camion scavano e muovono sabbia provocando nuvoloni di polvere che arrivano fino in cielo. Forse stanno facendo una nuova strada, forse estraggono minerali, ho visto dei pozzi di petrolio poco prima, chissà cosa altro c’è.
Il panorama è affascinante, lunare, e a guastare questa immagine solo numerosissimi camion che freneticamente si muovono su questa banda d’asfalto.
Sosta pranzo, sempre a 3000, nel parcheggio dell’area di servizio. Ci sono più distributori in questa landa desolata che in tutti i km percorsi fino ad oggi Cina.
È una occasione per controllare i pneumatici di tutti i mezzi e ci accorgiamo che le posteriori sinistre del furgone blu sono da sostituire immediatamente. Poco distante c’è il gommista che ci aiuta a sollevare il mezzo, il cambio viene effettuato in un attimo grazie a Francesco che dal tetto dell’Iveco ci passa le gomme nuove.
Manca poco alla città di Hua dove passeremo la notte a 3000 metri.
Hua è in pieno deserto, si è sviluppata grazie ai lavoratori dei cantieri e dei pozzi di petrolio. I fabbricati sono nuovi e la parte vecchia è circoscritta al mercato rionale ed a poche viuzze. Il controllo di polizia è possente, l’intera città è sorvegliata da telecamere ed è vietato fare foto ovunque, ne sa qualcosa Bert che è stato subito ammonito da alcuni poliziotti.
Con Marco non facciamo neanche la doccia che già siamo sotto l’Iveco blu per cercare di revisionare il motorino di avviamento che da problemi sempre più seri. 13 a snodo e cricchetto ed il pezzo viene giù: Marco lo apre e dentro ci trova la sabbia di Africa 16000!!!! Puliamo tutto con accuratezza e rimontiamo con procedura inversa: il motore gira al primo colpo ed anche dopo numerose accensioni è ok. Meno male, forse abbiamo risolto.
Le camere sono confortevoli e costano 250 yuan, un po’ più care che ieri ma questo è anche l’unico albergo della città. Per cena sperimentiamo un simpatico ristorante frequentato da operai ancora nella loro tuta da lavoro. Fumano come ciminiere e parlano a voce alta, tanto alta.