Anche oggi ci accompagna un timido sole.
L’incontro è presso la questura centrale di polizia e per arrivarci percorriamo più di 20 km. Varsavia ha una specie di tangenziale che la circonda ma si fa tanta di quella strada che sembra di non arrivare mai. Parcheggiamo i mezzi di fronte un enorme palazzo grigio ed entriamo negli uffici di polizia. Riconosco il posto, è dove incontrammo la polizia nel 2002: il breve vialetto ed il monumento ai caduti, la scalinata e la gigantesca porta dell’ingresso. Saliamo al secondo piano e nella sala ovale abbiamo un cordialissimo scambio con i colleghi polacchi. Dopo averci illustrato il loro organigramma e dopo un buon caffè, Santina mi aiuta ad esporre “Medici in moto in Nepal”, il progetto 2014 di MfP. Affascinati dal video promo, raccogliamo numerosi commenti di ammirazione, il più significativo dal Capo dell’Interpol locale che si congratula per l’organizzazione ed il temerario itinerario che andremo ad affrontare.
Torniamo in hotel per un breve spuntino prima di tornare in centro città per l’incontro con l’ambasciatore della nostra rappresentanza diplomatica. Il tempo non ci aiuta però molto complice la disattenzione di molti di noi che lasciano il casco poggiato sulla moto. Lo troveremo zuppo!!!
Rimettersi in testa un casco bagnato non è il massimo del comfort, ma affrontiamo questa ennesima prova con coraggio. Sono sempre i motociclisti dell’IPA Raiders a farci strada e la sera a cena saremo ospiti nella loro club house, ma i spaghetti saranno i nostri!
Custodiamo le moto con attenzione, soprattutto dopo che a Praga mi hanno sottratto parte della borse da serbatoio ed un paio di guanti che avevo lasciato incautamente sulla moto, anche se questa era parcheggiata proprio davanti la porta dell’ingresso della police house.