Anche oggi non è una bellissima giornata. Il cielo è coperto ed ha piovuto tutta la notte. Ci dividiamo a gruppi per visitare la città. La navetta dell’hotel ci accompagna fino alla stazione di Secaucus da dove prendiamo il treno per Penn Station, pochi isolati da Time Square.
Time Square, una delle piazze più famose in assoluto, è stracolma di gente. Una giostra di luci e colori, con tutti quei giganteschi pannelli pubblicitari a led ed i mille flash dei turisti. Qui si possono incontrare le persone più strane e particolari del mondo, basta guardarsi attorno.
Andiamo verso nord, anche camminando a piedi abbiamo problemi di percorribilità delle strade, New York è un gigantesco cantiere: lavori stradali ovunque, buche, carreggiate e marciapiedi dissestati e quindi …. non lamentiamoci della nostra vecchia Roma.
Il traffico è sostenuto nonostante l’imponente servizio pubblico che però, sempre a differenza della Capitale del mondo, è molto caro: una corsa in metro per due ore sono 3 $, una fermata di treno sono 4,25 $, il taxi non ne parliamo.
Dopo aver pranzato da Sbarro giungiamo a Central Park nei pressi di Columbus Circle. Facciamo un lungo giro nel parco toccando i punti più noti. Ci fermiamo ad ascoltare della musica dove c’è il mosaico “Imagine”, dedicato a John Lennon e poi andiamo all’appuntamento con la troupe di Rai Italia per una intervista.
Rientriamo in hotel all’ora di cena e proviamo ancora una volta il ristorante italiano: gli spaghetti alle vongole “non sanno ne de me e ne de te”, e bevendo solo una birra paghiamo 38 euro a persona. Quando chiediamo spiegazioni allo chef, di chiare origini campane, ci risponde “ma qua sapite a ndo state, acca state a nuova york”.