E la tappa oggi sarà più pesante di quello che avevo previsto.
Uscire dalla città è un incubo, i problemi di traffico di questa città sono incredibili. Ci accompagna Radek, il nostro contatto Interpol che non ci ha lasciato un attimo dal nostro arrivo a Praga. Non conosco il motivo per cui ancora una volta non prendiamo l’autostrada, ma per fortuna il delirio cittadino dura poco e ci allunghiamo su una statale che ci immerge in mezzo ad una campagna meravigliosa, ancora verdissima ed illuminata da un sole che si preannuncia molto caldo. Le temperature che stiamo trovando lungo la strada sono al di sopra di quelle subite in Italia, sembra di essere solo ora in piena estate.
Circa 70 km e siamo al confine con la Polonia, un confine diverso rispetto a quello che ricordo del 2003, senza dogana e controlli passaporti, siamo ancora in Europa. Ma i cechi hanno ancora le loro “corone” ed i polacchi i loro “zloti”….
Grandi saluti prima di lasciare la Rep. Ceca e con l’ausilio dei colleghi polacchi, a cui veniamo lasciati in consegna, ci dirigiamo senza perdere tempo verso est direzione Oswiciem. Pronunciata così questa città può no dire nulla alla maggior parte delle persone, ma se ricordo che è la città che ospitava il tristemente famoso campo di concentramento di Auschwitz la cosa cambia.
Maciniamo km dopo km, limiti di velocità ed autovelox ovunque ci consigliano una media oraria molto bassa. A pranzo entriamo in un grande parking e Vittorio nel sostare il van blu “spizza” il marciapiede e spacca una gomma. C’è un gran caldo e la sostituzione del pneumatico è resa ancora più difficoltosa da un dado che di svitarsi non ne vuole proprio sapere. Proviamo tutti ed alla fine grazie ad un leva da far invidia ad Archimede riusciamo nell’intento.
Cambiamo dei soldi al bar ad un tasso scandaloso in previsione di pagare il casello autostradale (ma poi non serviranno grazie alla cortese attenzione dei colleghi dell’ufficio traffico).
La benzina la paghiamo 1,30 per litro, comunque un prezzo alto se riferito allo stipendio medio di uno statale.
La strada anche se molto bella e ben curata è lenta da percorrere: una statale infinita che ci farà arrivare ad Oswiciem non prima delle 17.00 per un totale di 450 km…..
Entriamo nel parcheggio di Auschwitz al tramonto che conferisce al sito un’aria ancora più tetra. Non me la sento di entrare: i ricordi della visita del 2003 sono ancora perfettamente nitidi e non ho intenzione di rievocarli di più. La ferocia e la follia umana non credo che abbia mai avuto, nella storia, eguali.
Trascorro con Dag quelle due ore in attesa del gruppo: uno scambio sulle impressioni di questa prima parte del viaggio. Dalla Norvegia a Roma devo dire che alla fine le idee “quelle sono”, in fondo vogliamo e desideriamo più o meno le stesse cose. Parliamo anche di un problema imminente, ovvero quello di Mohamed. Non ha il visto per la Bielorussia e Russia, le ambasciate a Tripoli erano, per ovvie ragioni, chiuse e la sua speranza era quella di poter ottenere le autorizzazioni lungo l’itinerario. Se ciò non potesse essere possibile Mohamed dovrebbe lasciare la missione da Varsavia, ultima città dell’area Schengen.
Direzione Tarnow, 160 km ma questa volta su una confortevole autostrada per partecipare ad un party organizzato in nostro onore dall’IPA locale. Tiriamo fino alla velocità massima consentita con i colleghi dell’ufficio traffico che ci fanno da staffetta fino ad arrivare al Kantoria camping.
Ci attende una simpatica tavolata apparecchiata con di tutto ed i colleghi dell’IPA sono premurosi ed attenti. Per la notte veniamo sistemati in alcuni graziosissimi hitter, il tutto per euro 17 a notte compresa la colazione.