Il tempo oggi è mezzo mezzo e ci attende una galoppata di centinaia di chilometri per raggiungere Minsk. Una auto della polizia ci scorta fino alla frontiera (sbagliata) di Bobrovski, molto più a nord di quella dove ci attendevano i colleghi bielorussi. Con questi cambi di programmi, fax e lettere varie non c’è da stupirsi se poi si salta una frontiera, o due!!!
Almeno la strada fino al confine è una cosa meravigliosa. Il tempo è con noi cortese e la campagna circostante è come un dipinto che si rinnova curva dopo curva. La coltivazione è sviluppatissima e questo panorama si ripeterà fino all’ingresso in Kazakhstan. Il territorio, prevalentemente collinare fino ai 300 mslm, consente infatti una coltivazione di cereali, verdure ed ortaggi su una estensione incredibile ed anche facilmente coltivabili. I dolci pendii non danno infatti l’impressione che si debba fare molta fatica per zappare dissodare vangare etc. Non vediamo nuova tecnologia sul campo ma vecchi trattori che hanno visto decine e decine di stagioni, ma sembrano comunque funzionare a dovere: pettinano il terreno come farebbe una bimba con la sua bambola, con una precisione quasi maniacale.
Ecco la dogana, l’elemento che meno amiamo nei nostri viaggi, un buon viaggio si può trasformare in un brutto viaggio a secondo delle persone che trovi in questo posto!!!
Usciamo senza problemi dalla Polonia ma dopo 2 metri cominciamo a riempire moduli su moduli. Ticket su ticket, targhe, nomi passaporto. Dalle 11 di mattina esco dalla frontiera Bielorussa alle 17.00, e sono il primo. Inizia a piovere e mi rifugio al primo distributore di benzina a poche centinaia di metri dalla frontiera in arrivo del resto del gruppo. Non abbiamo mangiato e provo un panino, in attesa che anche gli altri passino la dogana. Il panino che costava circa 27000 belarus, la moneta corrente, non sapeva ne di me e ne di te, cotto al saccoccio, cioè con la plastica intorno, non ha dato un grosso contributo al mio stomaco!!!
Piove senza sosta con un vento pazzesco che spazza via cartelli pubblicitari, vasi e tutto quello che non è ben fissato all’interno dell’area di servizio. Mancano ancora 400 km per Minsk e questo temporale non mi rassicura affatto.
Finalmente mi raggiunge il resto del gruppo, bagnati ed incazzati, ma solo per il tempo perso. In dogana sono stati gentili ma le procedure, a mio avviso, sono troppo ancora troppo lente. Indossiamo le tute da pioggia e partiamo con una scorta di polizia che ci garantisce una buona media oraria. Le strade da come le ricordavo sono migliorate e di molto, si alternano superstrade a statali ma tutte curatissime e soprattutto pulitissime. Qui le domande te le fai però e ti chiedi come mai che nel nostro paese invece molte cose sono “sottotono”, per usare un aggettivo carino. Viaggiando ti rendi conto che i paesi che erano e/o consideravamo in via di sviluppo ora ci danno una pista in tutto. La Polonia o la Rep. Ceca sono un esempio, traffico e dogane a parte. Già dall’ingresso in Bielorussia notiamo delle aree di servizio spaziali, con i prezzi del carburante in euro, dollari, rubli e belarus, telepass elettronico sulla strada, cioè senza neanche i superati caselli, wi-fi gratis ovunque ad ogni sosta e tutti i servizi perfettamente funzionanti.
La strada per Minsk è un rettilineo infinito come quello della Death Valley, solo che qui ai lati della strada non hai il deserto ma un bosco infinito e verde di un verde che più verde non si può.
Ma piove a secchi e l’acqua alla fine vince contro la mia tuta, forse non chiusa bene. Al primo rifornimento, con il costo della benzina sotto l’euro, mi devo spogliare e rivestire quasi completamente. Il tramonto rende l’atmosfera ancora più affascinante. Ora non piove più ed arriviamo in città alle 21.00. Le luci, le strade, i negozi e tutt’intorno confermano la teoria di poc’anzi. Dal 2002 Minsk è diventata un’altra.
Prendiamo le camere in un hotel della polizia e per 30 euro a notte abbiamo una camera stupenda con angolo cottura, doppia scrivania, poltrone divano etc. Da noi sarebbe impossibile solo pensarlo.
Per cena abbiamo il riso pronto della Iper, in 20 minuti ci rifocilliamo ed andiamo a riposare dopo circa 600 km ed un viaggio di 12 ore.