È necessario che oggi mi fermo in hotel a gestire eventuali comunicazioni dalla dogana e dal Consolato italiano, mentre il resto del gruppo va in gita in città. Nonostante la lunga preparazione, gli avvisi e tutto il resto la situazione che si è creata non mi piace affatto e preferisco stare allerta.
Con me Celestino e Luis, che si occupano invece di perfezionare le comunicazioni con le diocesi che andremo a visitare. Verso le 9.00 iniziano le chiamate con il transitario in dogana ed il Consolato italiano a CT, ma quello che sentono le mie orecchie non mi piace affatto. Una intransigenza secondo me superiore alle necessità si scontra con il senso pratico delle cose, nonostante la mediazione del funzionario del Consolato che cerca di trovare per noi una alternativa valida.
Praticamente i responsabili dell’area doganale non vorrebbero farci entrare nel sedime portuale e vorrebbero loro, da soli, svuotare i nostri due container. Cosa impossibile, faccio osservare, in quanto per tirare fuori i nostri Iveco è necessaria una procedura specifica, che noi abbiamo inventato e che solo noi sappiamo portare a termine. La loro direzione sta cercando di ostacolare il nostro ingresso in tutti i modi, ma noi ci siamo dotati di giubbotto rifrangente e scarpe antinfortunistica, come richiede il protocollo di sicurezza.
Dopo molteplici tira e molla sembrano cedere alle nostre richieste e ci danno appuntamento per martedì alle ore 9.00.
Sono circa le 12.00 quando chiudiamo le conversazioni, piove, e noi tre ne approfittiamo per riposare.
È pomeriggio tardi quando rientrano alla spicciolata i nostri amici e con loro pianifichiamo la giornata di domani: chiediamo alla reception l’uso di un pullmino per recarci in dogana all’indomani mattina e veniamo informati che per essere al porto alle 9.00 dobbiamo partire dall’hotel almeno alle 5.30. La cosa ci sbalordisce non poco ma, per me che conosco il GRA, posso intuire che le condizioni di traffico in questa città sono estreme.
Pizza per tutti ed a letto presto, domani sarà una giornata lunghissima.