Poteva andare peggio, ma coperto in modo adeguato ho superato anche questa prova. Dopo colazione ci rechiamo, tutti in moto, presso la chiesa principale di Puerto Montt. “La Vergin del Carmen” è ubicata nel centro città ed affaccia su una grande piazza. Arriviamo all’ingresso e troviamo la grande porta d’ingresso sbarrata da lastre di onduline, dall’esterno sembra chiusa ma veniamo subito chiamati da una inserviente che ci chiede di entrare dalla porta laterale.
Ci accoglie il parroco che per prima cosa ci ringrazia della visita e si complimenta per la nostra iniziativa. In breve ci riassume la storia della chiesa che ha circa 200 anni ed è costruita totalmente di un legno pregiato che proviene da una foresta costituita da alberi millenari. Quando chiediamo il perché della porta sbarrata, il parroco ci da una motivazione che mi lascia sbalordito: i manifestanti, insorti per motivi politici ed economici, hanno deciso di attaccare anche le chiese per protestare contro i casi di pedofilia che si sono registrati nel paese. Per questo motivo diverse chiese in tutto il Cile sono state date alle fiamme (io che credevo che il caso della chiesa incendiata a Santiago fosse stato un caso isolato): questa chiesa si è salvata relativamente in quanto i manifestanti hanno divelto il portone d’ingresso, portato all’esterno tutti gli arredi, comprese immagini sacre e quadri preziosi, e li hanno dati alle fiamme. La cosa che mi meraviglia assai è che di questo nel nostro paese non arriva nulla.
Lasciamo la chiesa per un breve saluto al comandante dei Carabineros locale e con le moto puntiamo verso il vulcano Osorno. 30 km da Puerto Varas su una strada che costeggia il lago, mille curve fino a quando ci fermiamo a pranzo in un mirador. Il vulcano ha l’estremità sempre imbiancata dalla neve e siamo davvero fortunati ad aver trovato un cielo così azzurro che ci consente di poterlo ammirare nella sua totalità.
Il pomeriggio è programmato un incontro presso una casa famiglia (casa dei bambini dei padri missionari del verbo divino) poco distante dal nostro alloggio che ospita bimbi da 0 a 6 anni che hanno un contesto famigliare disagiato. Sono veramente piccoli: ci intratteniamo diverse ore a giocare con loro mentre padre Raphael, proveniente dal Ghana, ci racconta la storia della casa e di alcune delle bambine presenti. Anche a loro andrà un nostro concreto pensiero.
È pomeriggio tardi quando rientriamo nella scuola cattolica e ci prepariamo per andare al porto: stanotte prenderemo un traghetto che da Puerto Montt ci porterà fino a Chaiten, saltando la prima parte della Carrettera Australe. Non eravamo intenzionati a farlo, ma la prima opzione non è stata possibile realizzarla in quanto alcuni dei traghetti, in tutto tre, che avremo dovuto prendere non avevano posto. In questo modo non potremo percorrere circa 250 km di Carrettera ma guadagneremo circa un giorno di viaggio e considerando che siamo in ritardo di circa due… va bene così.
Siamo al porto già alle 21. Un caffè è la cosa migliore per tenersi vigili in attesa dell’imbarco e mettiamo in moto il gruppo elettrogeno, accendiamo la piastra elettrica e ci piazziamo sopra la moka da 18 tazze. A tal proposito un ringraziamento speciale va al nostro grande amico Vittorio: lui con la sua famiglia, in ricordo della moglie scomparsa, ha voluto donarci un nuovo equipaggiamento, appunto il gruppo elettrogeno ed il compressore, una dotazione vitale per questa missione. Grazie Vittorio!!!
Imbarchiamo poco prima delle 23 e partiamo in perfetto orario.
Arrivederci a domani.