Oggi lasciamo questa grandissima Argentina.
Puntiamo verso Posadas, confine con il Paraguay. 350 km di rettilinei intervallati solo da rondò e qualche centro abitato. Boschi infiniti e pascoli senza fine. Ma il paesaggio è comunque affascinante. I villaggi sono molto curati e ci sono molte attrattive per il turismo.
La temperatura sale ed iniziamo a sudare dentro le nostre tute da moto. In piedi sulle pedaline si riesce a prendere un po’ d’aria in più, ma non risolve il disagio. Posadas è un grande centro bagnato dal Paranà, che in questo punto forma un bacino oceanico. Attraversiamo il lunghissimo ponte che ci porta in Paraguay e dopo aver sbrigato le formalità doganali alla frontiera di Encarnacion (ci hanno anche chiesto se avevamo stati febbrili in corso) proseguiamo verso Ciudad de Leste.
In Paraguay la geografia cambia ancora. Quasi una jungla che si alterna con ampie coltivazioni non necessariamente pianeggianti. Come su una altalena andiamo da una collina all’altra percorrendo una statale molto trafficata e con una corsia per ogni senso di marcia. Qui hanno concentrato tutti i semafori del Sudamerica, superare i centri abitati è un vero delirio e se poi ci mettiamo anche i dossi artificiali vediamo la nostra media oraria scendere paurosamente.
Più andiamo verso nord più la vegetazione diventa folta e prepotente, un verde assoluto interrotto soltanto dalle numerose fioriture in atto. Case dai mille colori e dalle architetture fantasiose e poi tante strutture dedicate al turismo.
Il sole sta tramontando quando arriviamo a Ciudad.