Deciso, si va a La Paz. Ci assicurano che la strada è un altipiano con pochi picchi, ce la potremmo fare… ce la potremmo fare?? Non abbiamo alternative.
Partiamo dopo colazione con un ansia terribile, rimanere in panne da queste parti non lo augurerei neanche al mio peggior nemico.
La prima tappa è al Salar de Uyuni, il lago salato grande quanto l’Umbria. Una distesa immensa di sale con specchi d’acqua più o meno grandi. Una immagine fantastica. Ci giriamo su con le moto divertiti come bambini, fino a quando la mia sprofonda letteralmente in un tratto di sale poco compatto, e tirarla fuori non è affatto facile.
Riprendiamo strada e riusciamo a mantenere una buona velocità oraria nonostante il Daily al 50% delle sue possibilità. Limitiamo le soste ma poi perdiamo tempo prezioso per la moto di Marco KTM che va in avaria (e viene caricata sul furgone) mentre quella di Egidio deve essere continuamente monitorata, la carburazione non va.
Cala il buio ma da lontano vediamo la miriade di luminarie della capitale. Siamo attesi presso il seminario che è ubicato a neanche un km da quel tratto di autostrada che scende nel cuore del centro. La Paz è incastonata all’interno di una vallata con dislivelli paurosi e, considerando le condizioni del Daily, siamo stati fino ad ora molto fortunati, ma il traffico, e non solo il traffico, è uno dei peggiori mai visti!!! File interminabili, pullmini trasporto persone che intasano carreggiare larghe duecento metri, mercati ovunque che chiudono intere strade ed i dossi alti quanto cristiani che ti costringono a procedere al passo.
Ci attende padre Diego e le suorine della struttura che ci assegnano delle graziose stanze singole, molto molto piccole ma confortevoli.