L’associazione MotoforPeace sta organizzando, per marzo 2006, una nuova spedizione motociclistica in Medio Oriente.
Dopo Capo Nord (Giubileo 2000), il Kosovo (Pasqua 2001), la “Roma-Pechino” (2002), e “Un Ponte per l’Africa (2004), l’associazione ha deciso di rivolgere il proprio sguardo verso un’area geografica da anni oltraggiata da violenze, guerre, ostilità e lotte armate.
Manifestare la solidarietà e il sostegno dell’Associazione MotoforPeace attraverso la consegna di due ambulanze, materiale ospedaliero sanitario ed altre attrezzature alle autorità libanesi ed alla comunità dei bambini palestinesi presenti nei campi profughi di Sabra e Chatila e di Dalal Al Moghrabi KG in Burj El-Barajneh di Beirut, è lo scopo del nuovo viaggio.
L’attuale bozza di programma prevede l’attraversamento di Grecia, Turchia e, probabilmente, Siria, per arrivare alla nostra destinazione finale: Beirut.
I Protagonisti della Missione
La scelta del Libano, Paese amico, e quella di un campo profughi è stata quasi scelta obbligata dopo aver conosciuto la grave situazione in cui si trovano a vivere dei bambini colpevoli soltanto di essere eredi di una drammatica storia.
Il nostro viaggio vuole essere semplicemente un primo passo sulla lunga strada della comprensione e della solidarietà di cui non solo il Libano, ma il mondo intero ha necessità urgente.
Nell’attuale fase storica, contrassegnata dal pluralismo di popoli e religioni, in cui sono divenuti assolutamente indispensabili la conoscenza, l’incontro e soprattutto la comprensione tra le diversità culturali e religiose di popoli eterogenei che coabitano in situazioni sociali non sempre serene, è fondamentale aprire un dialogo, ed è esattamente ciò che noi intendiamo fare con il nostro semplice gesto di solidarietà.
Nella speranza che si avvicini sempre di più il futuro in cui la nostra Associazione confida, un futuro in cui il dialogo diventi elemento catalizzatore, fattore essenziale di coesione, di avvicinamento e di comprensione. Dialogo inteso come antitesi dell’intolleranza e del pregiudizio. Dialogo come trait d’union tra popoli culturalmente distanti, ma intenzionati ad elaborare dei modelli di integrazione che permettano loro di vivere insieme, pacificamente, e soprattutto dignitosamente, nella salvaguardia dei valori comuni. Dialogo in cui sia prioritario il rispetto verso i bambini. Dialogo che si trasformi in un futuro senza campi profughi, senza discriminazioni, senza ineguaglianze così sproporzionate.
La missione è patrocinata dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza e dalla Regione Lazio.