Altra notte insonne. E questa è la quarta.
Gli impegni di oggi ci fanno uscire presto, alle 8 siamo già nel traffico di punta cittadino. Panama ha una viabilità molto complessa anche se esistono numerose strade a scorrimento veloce. Il centro ricorda San Francisco, con le sue salite e discese ripidissime. Si alternano grattacieli a villette a schiera, isolati nuovi ed altri fatiscenti, ma la costante del traffico è sempre la medesima. Il traffico si regola da solo e questo complica molto tutto.
Siamo in forte ritardo, anche se Osiris con il suo fuoristrada cerca di fare del suo meglio. Siamo in 7 dentro la jeep, stipati alla meglio, il resto del gruppo invece si sta dirigendo al Palazzo Presidenziale dove è in programma una visita all’edificio.
Arriviamo alla struttura che ospita “Radio Panama” troppo tardi, tanto che l’intervista slitta alle ore 10.00. Nel frattempo verifichiamo a che punto è l’operazione doganale: si sono risolti i problemi dei costi ma ora rimangono quelli burocratici, i problemi delle “carte”.
Ci comunicano dalla dogana che alcuni nostri documenti non sono molto leggibili, cosi ristampiamo carte di circolazioni e passaporti ed inviamo il tutto, con un pony, agli uffici preposti. Abbiamo qualche remota possibilità di prendere le nostre moto nel pomeriggio, ma bisogna attendere. Qui si deve sempre aspettare, giorno dopo giorno, ora dopo ora l’evolversi degli avvenimenti. Ci siamo rassegnati a perdere comunque un giorno dal nostro road book, ma speriamo sia solo uno.
Ecco il nostro turno in radio! Seduti a semicerchio a turno iniziamo a raccontare la nostra storia e le finalità che MfP si propone. Celestino apre una parentesi sulla sicurezza stradale, suo cavallo di battaglia. A Panama il tema della sicurezza sulle strade è molto sentito, le istituzioni stanno infatti cercando di migliorare la situazione attuale. Ma come spiega Celestino non basta soltanto la repressione, ci vuole una migliore educazione stradale, soprattutto nei giovani, ed infrastrutture idonee, vanno cioè rivisti i piani di viabilità ordinaria. Questo sarebbe senz’altro un primo passo verso una maggiore responsabilità.
Alle 12.30 siamo attesi a colazione presso la residenza dell’Ambasciatore italiano. L’abitazione è ubicata nel quartiere bello di Panama. Ville hollywoodiane, tutte incredibilmente protette da sistemi di allarme raffinati, filo spinato elettrificato e telecamere. È lo stesso quartiere dove era edificata la villa del Generale Noriega, ex capo di stato, ex dittatore, ex narcotrafficante, tutt’ora in prigione. Dico “dove era edificata” perché dopo l’arresto del Generale la villa è stata rasa al suolo.
La residenza dell’ambasciatore è stupenda, attraversiamo un ampio giardino con piscina prima di raggiungere gli ampi saloni luminosi. Ma con noi c’è un altro ospite molto importante, il Capo della Polizia Nazionale che ha raccolto l’invito ad unirsi a noi. Siamo molto onorati di questa prestigiosa presenza. Il Capo si dimostra interessato alla nostra iniziativa, tanto che vuole che due motociclisti della sua Direzione si uniscano alla spedizione durante la nostra permanenza nel paese.
Brindisi e foto di rito, prima di “attaccare” il tavolo del buffet, dove ritroviamo i sapori di casa.
Non perdiamo mai il contatto con i funzionari della dogana che ci fanno però capire che molto probabilmente per oggi non ci saranno novità di rilievo. Mancano ancora documenti, ma quali che sono stati inviati tutti, e più volte, almeno tre mesi fa??????
Il cielo è diventato nera e l’afa da il peggio di se. Non si sta bene né dentro la casa ne fuori in giardino, nonostante i potenti ventilatori, mi dicono che la regione sta subendo una ondata di calore eccezionale a causa del Nino, ma fortunatamente più saliremo a nord e più la situazione meteo migliorerà.
Rientriamo in hotel con la flebile speranza di potere riabbracciare entro la sera le nostre moto, una speranza che dura il tempo di una telefonata che ripete la stessa identica cosa: domani.
Sono le 17 ed il caldo è insopportabile. Nessuno si avventura fuori dal centro commerciale, nessuno ha il coraggio di affrontare la tremenda calura. Io per primo salgo in stanza e provo a dormire un po’, ma il “traffico” nella mia camera è peggiore di una autostrada il giorno di ferragosto.
Barbara mi invia gli scatti di questi primi giorni a Panama, sono molto belli e li giro subito a Giacinto e Richard che curano i social di MFP. Diario di bordo e pagina FB sono gli unici strumenti che abbiamo per cercare di far partecipare più persone possibile alla nostra missione, ed io ringrazio di cuore tutte le persone che ci seguono e sostengono.