E il giorno tanto atteso è arrivato.
Notte tranquilla, anche se Marco alle 4 del mattino è già intento a fissare il soffitto.
Chiudere la valigia, in questi viaggi, è un gesto di grande responsabilità, ma bisogna farlo. La paura più grande è, più che dimenticare le due mutande che ci portiamo per due mesi, lasciare a casa documenti o materiale tecnico necessario e per questo motivo rimango a pensare, con la valigia aperta, per un bel po’ prima di tirare la zip.
Usciamo da casa con la macchina stracarica di borse e borsette, più la valigia con il crick che verrà utilizzato per sollevare i due furgoni. Il punto di raduno per il gruppo è stato fissato presso la nostra sede all’interno del 1° Reparto Mobile di Roma, ed è li che ci divideremo i bagagli per bilanciare il peso al check-in.
Ultimi kilometri nel traffico di Roma e con Marco decidiamo di dare l’addio alla Capitale con una “gricia” a cinque stelle in zona San Paolo. Siamo i primi a giungere in caserma e si inizia il valzer della valigia: questo a te, questo lo porto io, questo lo diamo a tizio, questo a caio….. e così fino al tardo pomeriggio che il gruppo è completo.
Siamo quasi pronti quando Egidio mi chiede se gli ho portato il suo paraschiena, ed è in quel momento che mi rendo conto di averlo lasciato a casa. Pazienza, non può andare tutto sempre bene e così con Marco mi faccio gli ultimi 50 + 50 di traffico sul Raccordo, tanto per non dimenticare!!
Cena veloce presso la mensa e navetta per Fiumicino dove facciamo il check-in in pochi minuti e poi l’imbarco.