Africa_2018_Motoforpeace
©Carmine Rubicco, 2018

Per quanto tempo ancora?

Seconda giornata a Fatima.
Alle 8.00 del mattino Marco è già al lavoro sul trattore che viene utilizzato da Padre J, non vuole partire. Il problema è il motorino di avviamento che ha l’indotto esaurito, ma Marco con un colpo di magia riesce a sistemarlo ed il trattore riparte.

Contemporaneamente Valter libera due lavandini intasati che servono la casa del Padre: certo ad avere più tempo si potrebbero risistemare tante cose.

Il problema qui, come in tutto lo spazio che abbiamo attraversato fino ad oggi, è la conservazione. Case, edifici, complessi costruiti a suo tempo ora non hanno più la possibilità di avere una corretta manutenzione a causa della mancanza di ricambi e/o di personale specializzato.

Per questo le cose vengono abbandonate e muoiono, quando ci vorrebbe veramente poco per ridare vita e colore a questa parte d’Africa.

Pranziamo con il contributo di Padre J che ci offre i prodotti del suo orto e ci tiene a sottolineare che sono tutti organici.

Nel pomeriggio visitiamo invece la scuola primaria di Fatima: nasce come cattolica di buon livello per poi essere requisita dal governo subito dopo l’indipendenza.

Ora la struttura non si presenta proprio in ottime condizioni, ma per giudicare bisognerebbe conoscere lo standard delle scuole in Zimbabwe. I bambini sono intenti a ripulire il plesso da cima a fondo, ci dicono che il 6 di giugno avranno una visita importante da parte di un politico e ci tengono a fare bella figura.

Dal pozzo vicino tirano su secchi d’acqua che servono a pulire i portici e le aule: i bambini con uno straccio in mano ed in ginocchio strofinano senza sosta i pavimenti, altri con la scopa tolgono la sabbia dai corridoi, ognuno fa la sua parte.

Sono vestiti con la stessa divisa, verde per le femminucce e grigia per i maschietti, tutte le divise hanno in comune la stessa cosa: sono sporche e logorate.

Non calzano tutti le scarpe: chi le ha sono rotte o consumatissime, altri ne hanno una di un tipo e l’altra di un altro tipo, poi c’è chi ha le ciabatte e molti sono scalzi. Chi cammina scalzo ha le unghie dei piedi rovinate o non le ha.

Per quanto tempo ancora?