Sarà il giorno buono????
Alle 8.00 siamo di nuovo al deposito, tutti, armati delle migliori intenzione per portarci via le moto ed i furgoni. La solita procedura per entrare nell’edificio: ci sottoponiamo al test con etilometro e indossiamo i giubbotti rifrangenti prima di avviarci verso i mezzi.
Marco con Davide cercano di far ripartire la vecchia Transalp mentre attendiamo che qualcuno si affacci dal balcone e ci dia la benedizione.
Bert si mette all’opera per il rilascio delle assicurazioni e noi attendiamo una telefonata, che sembra non arrivare, da Saliema, l’operatrice della Bidvest SACD, la società che ha in ostaggio noi con i nostri mezzi.
Non rispondono alle nostre chiamate e quando lo fanno sono molto evasivi: nessun problema, non è problema di soldi, è la dogana, non è problema di dogana.
Vi garantisco che non sto romanzando nulla purtroppo, ho la netta impressione che a queste persone che noi rimaniamo a CT un giorno in più o tutto la vita non gli sposta nulla.
Considerando l’inutilità dei contatti telefonici, Bert con Davide e Riccardo decidono di andare direttamente negli uffici della Bidvest che si trova in pieno centro, pensiamo che sia l’unico modo di ottenere delle risposte.
Cerco Micheal, il nostro spedizioniere in Italia, che invece ci rassicura sulla regolarità di operazioni e transazioni. Con Micheal ad oggi abbiamo realizzato con successo e senza problemi diverse iniziative e non ho alcun dubbio sulle attività da lui svolte.
Si fa l’ora di pranzo, sempre in attesa e sempre comunicando con il gruppetto che è andato in Bidvest, ma non si sblocca nulla. Anche la Transalp sembra di stare dalla parte avversa: parte si, ma evidenzia altre problematiche e decidiamo di non utilizzarla: Marco dice che se va male ora in viaggio potrebbe anche peggiorare.
Nel frattempo cerco di contattare il nostro Consolato a CT, nella speranza di un aiuto. Il funzionario di turno è molto disponibile ma mi conferma che c’è molta confusione nel modo di agire di queste persone.
Forse domani si troverà la soluzione, ma i miei colleghi in Bidvest mi danno una nuova versione: il costo di tutta l’operazione era 3.500 dollari, ma la Bidvest facendo i conti ieri sera si è accorta che costa invece 5.500 dollari e quindi vogliono la differenza di 2.000, ma non contanti, con un bonifico e finché non è visibile sul loro conto niente moto.
Quindi se ho ben capito la Bidvest fa un preventivo, poi si accorge che ha sbagliato, ma se ne accorge solo ora, e pretende un bonifico fulmineo altrimenti rimaniamo fino a metà della prossima settimana a piedi.
Dall’altra parte Micheal mi consiglia di non pagare, che ci stanno provando e che gli accordi non erano questi. E noi siamo nel mezzo.
Si accende il diverbio tra Micheal e Saliema, volano parole grosse, minacce e forse anche insulti, ma alla fine noi torniamo comunque in hotel a piedi….. e piove ancora.
A tavolo non c’è molta voglia di scherzare, anche se si cerca di fare il possibile per sdrammatizzare. E forse si arriva ad una possibile soluzione: Carla, la proprietaria della guest house, si sarebbe offerta di anticipare i 5500 dollari effettuando un bonifico alla Bidvest.
La Bidvest restituirà a Carla i 3500 in arrivo da Micheal (in quanto ha dichiarato che non vuole avere più nulla a che fare con lui) e poi noi faremo il bonifico per la differenza a Carla. Certo se tutto dovesse andare in questo modo forse domani potremmo riprendere le moto per partire il giorno dopo, ma qui di certo non sembra esserci nulla.
Il problema delle dogane e relativi corrispondenti sembra essere una costante dei nostri viaggi: due anni fa a Panama la situazione era esattamente al contrario: era da pagare 1800, il nostro corrispondente ha pagato 2200. Ebbene loro hanno preteso una altro bonifico di 1800 restituendo i 2200. Ditemi voi se questa non è una follia.